Terapia di Gruppo: le origini in breve
Storicamente la Psicoterapia di gruppo nasce per andare incontro alle esigenze economiche dei pazienti, che potevano quindi intraprendere un percorso terapeutico con spese piu’ contenute, poi, dopo le evidenze dei risultati clinici che si ottengono nelle esperienze di gruppo, questo tipo di Psicoterapia e’ andato diffondendosi sempre di piu’.
A seconda dell’orientamento teorico del terapeuta esistono gruppi che si basano su un modello psicodinamico, sistemico-relazionale, cognitivo-comportamentale, ci sono gruppi di psicodramma, di analisi transazionale ecc…. oppure gruppi che attingono a vari modelli mettendo insieme tecniche e strumenti diversi.
A prescindere dall’approccio terapeutico, ci sono vari tipi di gruppi.
Terapia di Gruppo: le tipologie di gruppo
Gruppi direttivi/gruppi non direttivi: nei direttivi e’ il terapeuta a dirigere la comunicazione tra le persone, e’ lui quindi che fa domande, stabilisce i tempi, indica chi puo’ intervenire.
Nei non direttivi la comunicazione tra le persone e’ libera ed il terapeuta supervisiona la comunicazione intervenendo solo quando e’ il caso di focalizzare o approfondire un argomento preciso.
Gruppi aperti/gruppi chiusi: nei gruppi aperti la persona puo’ inserirsi nel gruppo ed uscire quando vuole, in quelli chiusi il lavoro di gruppo comincia e termina lo stesso giorno per tutti.
Gruppi omogenei/gruppi disomogenei: nei gruppi omogenei tutte le persone affrontano lo stesso problema, in quelli disomogenei, possono esservi persone con problemi diversi tra loro.
Gruppi verbali/gruppi agiti: nei gruppi verbali si esprimono le emozioni tramite la parola, mentre nei non verbali, le emozioni possono essere “agite” e messe in azione tramite role-playing (giochi di ruolo), o come in psicodramma tramite una sorta di “recitazione”.
Gruppi di mutuo-aiuto: in questo caso puo’ non c’e’ un terapeuta a guidare il gruppo ma un “helper“, cioe’ una persona che ha affrontato in gruppo il problema e lo ha superato.
Diviene lui allora il “facilitatore della comunicazione” del gruppo.
Tra i gruppi non direttivi citiamo il T-group, definito anche “gruppo di addestramento alla sensibilita’“, tecnica inventata negli anni ’40 da K. Lewin.
T-group: i T-group sono esperienze di gruppo non direttive e formate da poche persone, centrate sul “qui ed ora“, in cui i partecipanti si misurano con le dinamiche relazionali che stanno alla base del gruppo stesso.
L’obiettivo e’ facilitare la libera comunicazione creativa tra le persone e sviluppare le proprie risorse personali.